Svezzamento

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EleuaM
view post Posted on 2/3/2011, 18:32 by: EleuaM




LO SVEZZAMENTO

Per svezzamento o divezzamento si intende quella fase dell'alimentazione del bambino in cui si passa da una alimentazione esclusivamente lattea, al seno o col biberon, ad una mista, con l'inserimento di altri alimenti, come frutta, biscotti, farine, vegetali, ecc.
Il divezzamento rappresenta nell'alimentazione del lattante un momento transitorio ma delicato, in cui il bambino si abitua gradualmente a cibi nuovi, diversi dal latte per sapore e consistenza, ed impara ad alimentarsi in modo diverso, con il cucchiaio. In sostanza con il divezzamento inizia un periodo che porterà il bambino a modificare radicalmente le sue abitudini alimentari e ad avvicinarsi lentamente alla dieta dell'adulto.

Il divezzamento non rappresenta solo una tappa fondamentale nell'evoluzione alimentare del lattante, ma anche un momento importante del suo sviluppo fisico e sensoriale: una esperienza basilare e significativa, come lo star seduto, o l'apprendere a camminare.

E' un momento in cui si acquisiscono nuove abitudini alimentari, sulle quali si imposteranno le successive, ed è quindi determinante per la salute "nutrizionale" dell'individuo. E' importante allora che in occasione dello svezzamento il bambino acquisisca abitudini alimentari corrette, a vantaggio della sua salute nell'immediato e nel futuro.

Occorre affrontare questa delicata fase dello sviluppo alimentare con gradualità e grande elasticità, nel rispetto delle caratteristiche personali del bambino e del suo ambiente di vita.

Applicare regole nutrizionali senza tenere conto che esiste una individualità nell'alimentazione, dalla quale non si può prescindere, rischia di rendere questa fase piena di ostacoli, difficoltà, frustrazioni, per il bambino e per chi lo accudisce.

Le stesse conoscenze mediche che potrebbero essere imposte come inderogabili sono soggette ad una notevole componente di opinabilità e soprattutto di "storicità” , come con fermano i continui cambiamenti delle indicazioni nutrizionali, via via che migliorano le conoscenze scientifiche.

Giusto quindi seguire le conoscenze più recenti, ma altrettanto giusto non affidarcisi in maniera ossessiva e rigida e soprattutto acritica. Si dovrebbero allora evitare indicazioni "esatte" per quanto riguarda le date, le grammature, le scelte dei cibi, anche se questo può scontentare chi si aspetta dall'esperto istruzioni precise a cui affidarsi: sarebbe però un errore delegare al pediatra la ricerca di come applicare al figlio le conoscenze scientifiche sull'alimentazione proprio in un momento, quello del divezzamento, in cui si è chiamati ad un grande impegno comunicativo col bambino.

QUANDO INIZIARE

Oggi si consiglia di iniziare lo svezzamento nel periodo compreso fra la fine del 5° e la fine del 6° mese di vita (comunque non prima della fine del quinto mese).

Prima non solo è inutile somministrare al bambino alimenti diversi dal latte, ma può essere anche dannoso.
Attendere l'epoca giusta per avviare lo svezzamento non fa certo correre al bambino alcun rischio di carenza: sia il latte materno che gli appositi latti artificiali sostitutivi possono fornire da soli l'energia ed il fabbisogno nutritivo necessari al bambino per tutto il primo anno.

I rischi di uno svezzamento precoce
Un svezzamento attuato prima delle date consigliate fa correre fondamentalmente due rischi: quello di un sovrappeso, per eccesso di apporto calorico, e soprattutto quello di sviluppare intolleranze e allergie.

Il latte materno infatti oltre a proteggere da certe infezioni, protegge anche nei confronti delle allergie, e questo è un grande vantaggio soprattutto per quei bambini familiarmente predisposti a questi disturbi (atopici).

Il lattante contrae allergie essenzialmente per la particolare "permeabilità" del suo intestino.
Grosse proteine possono attraver sare la barriera intestinale, sensibilizzando il bambino che poi diviene allergico ad esse.

Lo svezzamento precoce comporta un contatto anticipato con cibi diversi dal latte materno, quali la frutta, i cereali, l'uovo: la particolare permeabilità intestinale può facilitare lo sviluppo di allergie e intolleranze per queste sostanze.

La "chiusura intestinale”, cioè la drastica riduzione di assorbimento di macro molecole (possibili antigeni allergizzanti) sembra avvenire fra il terzo ed il quarto mese di vita.

E' proprio questo uno dei motivi che fa consigliare di non iniziare a svezzare prima della fine del quinto mese; è bene poi rinviare a fasi successive del divezzamento l'inserimento di certi alimenti di cui si conosce l'alto potere allergizzante (come il pesce, il torlo d'uovo, e in particolare il bianco dell'uovo, da rinvia re all'anno).

Il latte vaccino "di latteria" è certamente una delle sostanze più allergizzanti per il bambino piccolo: si consiglia di rinviarne l'inserimento nella dieta verso la fine del primo anno.
Dal momento che i latti artificiali non sono altro che derivati industriali del latte vaccino, va sempre considerata con molta attenzione l'opportunità di integrare o sostituire il latte materno, nei primi mesi di vita, con latte artificiale: deve essere sempre una scelta necessaria, inevitabile.

QUANDO LASCIARE LA POPPA

Il concetto ritenuto oggi più valido è quello di operare un divezzamento complementare e non supplementare - sostitutivo.

In altre parole il latte materno o quello adattato rimane l'alimento fondamentale anche durante il divezzamento ed i cibi solidi rappresentano una sua integrazione e non una sostituzione.

Durante lo svezzamento i cibi solidi integrativi introdotti non dovrebbero arrivare a rappresentare più del 50% del fabbisogno calorico. Il latte (sia quello al seno che quello artificiale adattato) dovrebbe continuare ad essere assunto ogni giorno in dosi attorno al mezzo litro.

Il seno materno produce latte qualitativamente valido molto a lungo, non ci si deve quindi preoccupare che dopo i sei mesi dal seno esca latte inadeguato,"divenuto acqua" come si usa erroneamente dire.

E' però vero che il bambino avvicinandosi al compimento dell'anno sviluppa modalità di alimentazione e bisogni di autonomia e sperimentazione che possono trovare ostacolo nel prolungamento dell'allattamento al seno. Nel tipo di vita sociale di oggi si avverte il rischio che questo prolungamento dell'allattamento possa contribuire ad intralciare la crescita in autonomia del bambino e il necessario evolversi del ruolo di genitori.

Alcuni criteri per lo svezzamento
Le tappe dello svezzamento sono spesso diverse da un bambino all'altro e diverse le strade percorribili. Col divezzamento le possibilità di scelta del bambino aumentano e le sue preferenze restano sempre un criterio guida valido, come durante l'allattamento.

Gli alimenti sono tanti: cibi di diverso odore e sapore o preparati diversamente sono in grado di fornire gli stessi principi nutritivi. Non è quindi giustificata l'insistenza nell'imporre un determinato cibo che il bambino rifiuta.

L'inserimento di alimenti diversi deve essere graduale, sia nella quantità che nella variabilità.

E' preferibile fare cambiamenti alimentari quando il bambino è in buona salute ed è quindi nelle condizioni migliori per adattarsi alle novità.

Verso i sei-otto mesi il bambino comincia ad avere un discreto controllo delle proprie mani: mentre mangia è attratto dal cibo: toccarlo e manipolarlo fa parte del suo bisogno di rendersi meglio conto di che cosa si tratti e di cosa ci si può fare.

Sono esperienze da favorire e non ostacolare per paura che si sporchi o sciupi del cibo perché aiutano il bambino ad assumere un ruolo sempre più attivo ed autonomo.




Fonte www.vitadidonna.it
 
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