Educazione

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EleuaM
view post Posted on 6/3/2011, 16:42 by: EleuaM




Educazione

Vuole già scegliere i vestiti

Ogni mattina la stessa storia: tua figlia (o tuo figlio) pretende di indossare solo gli abiti che piacciono a lei (o a lui) e se non l'accontenti, piange e urla. Che cosa fare?

La domanda è: devo lasciarla (o lasciarlo) scegliere? Meglio di no. La scelta dell'abbigliamento è compito dell'adulto. Il bambino che fa i capricci sta mettendo alla prova il genitore, vuole vedere la sua reazione.

Dai tre anni i piccoli iniziano a sperimentare la realtà che li circonda e a farsi un'idea di mamma e papà e le loro reazioni saranno per lui modelli con cui crescere. Per questo gli adulti devono porre dei limiti chiari, trasmettere il loro ruolo di grandi: questo permette al figlio di sentirsi bambino e sentire che dall'altra parte c'è un adulto che lo accudisce e prende le decisioni giuste per lui.

Inoltre il bambino cresce interiorizzando ciò che è bene e ciò che è male per lui, i sì e i no saranno le certezze che lo faranno diventare un adulto sicuro. La mancanza di una chiara demarcazione generazionale (genitori più amici che adulti) può creare nel bimbo una pericolosa confusione di ruoli.

Ben venga il dialogo tra padri e figli, ma senza ribaltare i ruoli. Ogni tanto potete concedergli di indossare quello che vuole, ma facendogli capire che è uno strappo alla regola.

Bon ton a tavola per i bambini

Il vostro bambino mangia con la bocca aperta, lecca il piatto, fa cadere le posate? Basta poco per rimediare: ora che siete in vacanza, approfittatene! Mangiate tutti insieme e date il buon esempio. Ricordatevi: i bambini sono dei grandi imitatori.

Inutile arrabbiarsi una volta ogni tanto: anche a tavola le regole vanno impartite con costanza e pazienza. Oggi è più difficile, anche perché sono rari i momenti in cui si mangia tutti insieme.

Per ottenere qualche risultato bisogna però recuperare la ritualità dello stare insieme a tavola. Meglio apparecchiare con cura, in modo che la tavola abbia un aspetto invitante e per non doversi alzare in ogni momento per prendere l’acqua o il sale. E stabilire così che non ci si alza senza chiedere il permesso.

Star bene a tavola è anche il frutto del controllo in generale sul corpo, al quale però bisogna abituare il bambino gradualmente. Non basta dirgli che sbaglia, bisogna spiegargli come fare le cose, per esempio come tenere in mano la forchetta, aiutarlo a esercitarsi. Spesso, soprattutto in Italia, si punta sugli aspetti intellettuali della crescita e si tengono in poco conto quelli pratici e l’autonomia. Manca questa parte elementare, ma importante, dell’educazione.

Molti esperti, infatti, sottolineano che i bambini di oggi hanno capacità manuali poco sviluppate. Saper versare l’acqua senza rovesciarla non serve quindi soltanto a far bella figura in società, ma anche a migliorare la manualità.

Tornando al comportamento a tavola, un buon sistema per migliorarlo è chiedere al bambino di aiutarci nella preparazione dei cibi (imparerà a non sprecarli) e ad apparecchiare: se ha partecipato all’operazione, per lui sarà più facile essere più ordinato mangiando.

Ricordate: i bambini sono grandi imitatori e imparano soprattutto osservandoci. Perciò, se il genitore prende il cibo dal piatto di portata con la sua forchetta, il bambino farà altrettanto. Bisogna infine spiegare che le regole di base dell’educazione non sono stravaganze un po’ noiose, ma hanno un motivo.

Per esempio, non si porta il coltello alla bocca perché ci si potrebbe tagliare, si mastica a bocca chiusa perché non è piacevole vedere il cibo nella bocca dell’altro e per lo stesso motivo i noccioli delle olive non si sputano direttamente nel piatto. E se il ragazzino è un irriducibile della masticazione a bocca aperta? Mettetegli davanti uno specchio mentre mangia...

Verdure, che fatica fargliele mangiare

Sali minerali, vitamine, fibre… le verdure non dovrebbero mai mancare nella dieta di un bambino ma fargliele mangiare spesso è una fatica. Come convincerlo?

Mangiatele anche voi. Se mamma e papà dimostrano di apprezzarle è più facile che anche il bambino le ami.

Salute ma non troppo. Parlategli dell’aspetto salutistico ma senza esagerare, potreste ottenere l’effetto contrario: il bambino potrebbe rifiutare la verdura perché è indispettito o annoiato dalle spiegazioni o perché si diverte a trasgredire.

Usatele come piatto principale. Magari sostituendo al primo un bel piatto di verdure. O preparando la pasta con melanzane, broccoli, cime, peperoni… Il contorno viene percepito come un piatto secondario, di cui si può fare a meno.

Ricordatevi il pinzimonio.
Ai bambini piace vedere sulla tavola i colori vivaci delle verdure e si divertono a intingerle nell’olio. Mangiate crude, inoltre, le verdure conservano le preziose vitamine. Proponete ai bambini una carota cruda e pulita da mangiare come spuntino. L.F.

L'ora della nanna

Tutte le mattine la solita storia: lo svegli appena in tempo per andare a scuola e lui/lei sembra uno zombie. Ma alla sera, appena sente pronunciare il fatidico “a nanna” mette in scena un carosello di capricci.

Un bambino dovrebbe dormire tra le 8 e le 9 ore. Un bambino che dorme poco di notte, di giorno, a differenza di un adulto, non è stanco, ma iperattivo, non riesce a stare fermo, è nervoso e aggressivo. E' quindi importante che il piccolo riposi il giusto numero di ore. Ma in molti casi manca una buona “igiene del sonno”: i bambini dormono poco non perché soffrono di insonnia ma per cattive abitudini.

I bambini di oggi vanno a dormire più tardi e uno dei motivi è che i genitori lavorano e per stare con i figli hanno solo la sera. In questi casi consiglio di privilegiare la qualità del tempo rispetto alla quantità: passare con il bambino un’ora a giocare e a chiacchierare vale di più che due o tre ore insieme davanti alla televisione.

Vuole rimanere con i grandi. Inoltre molti genitori, quando il piccolo protesta, cedono e lo lasciano in soggiorno finché non si addormenta. Sono capricci di stanchezza quando un bambino è esausto, diventa irritabile e non capisce che ha bisogno di dormire. E' il genitore che deve metterlo a letto, anche contro la sua volontà: non bisogna dimenticare che l’adulto è il responsabile del bambino e decide per il suo bene.

Un’altra ragione delle proteste del piccolo potrebbe essere la sua gelosia del tempo che mamma e papà passano senza di lui. Gli adulti devono spiegare chiaramente che la notte è uno spazio esclusivo dei grandi. Inoltre - continua la psicologa - è importante che i genitori non assecondino la sua gelosia, rinunciando alla propria intimità di coppia. Anzi, il consiglio è di lasciare vivere al bambino questo sentimento, in modo che lo elabori e lo superi: solo così potrà porre delle buone basi per crescere indipendente e sicuro.

Il rito della nanna. Una buona regola è trasformare il momento di andare a letto in un rituale. Costanza e routine trasmettono serenità al bambino. E' bene che la mamma, o il papà, lo accompagni nella cameretta, gli legga una fiaba, con voce calma e rassicurante e, se il bambino lo desidera, gli lasci nel letto un oggetto transazionale (un peluche). L’importante è che il genitore a un certo punto spenga la luce ed esca. Il piccolo deve imparare ad affrontare la solitudine della notte.

E, se ha paura del buio, va bene stare un po’ di più con lui, ma non portarlo nel lettone, sarebbe come dare ragione ai suoi timori. Una buona strategia è leggergli storie sulla paura del buio: il bambino si identifica nel racconto e ridimensiona la sua angoscia, e se ha fatto un incubo, chiedergli di disegnarlo, cercando di riderci sopra. La miglior strategia per aiutarlo a superare tutte le sue paure è quella di sdrammatizzarle e non assecondarle.

Strategie per un buon sonno

* mandatelo a nanna sempre alla stessa ora. La routine quotidiana aiuta a dare sicurezza
* leggetegli una storia quando è sotto le coperte, con voce calma e rassicurante e tenete la luce bassa
* lasciategli nel letto il suo peluche prediletto
* prima della nanna evitate i giochi movimentati: eccitano e provocano insonnia
* spegnete la tv un po’ prima di mandarlo a dormire
* non dategli da bere bevande contenenti teina e caffeina
* non mettetelo a letto subito dopo mangiato ed evitate di dargli da bere il latte prima di coricarsi:la digestione impedisce il sonno e i liquidi potrebbero svegliarlo con lo stimolo di fare la pipì
* lasciate vicino al letto una lucetta guida: per orientarsi se si sveglia
* se non riesce a dormire non rimproveratelo, invece gratificatelo per ogni piccolo progresso
* se ha un sonno frammentato e russa, potrebbe avere un problema di apnea nel sonno (OSAS); nel caso consultare il pediatra o un centro specializzato in disturbi del sonno.

Parolacce, che fare

Le parolacce fanno parte del linguaggio parlato ed è inevitabile che i bambini le imparino e le ripetano per imitare gli adulti o per attirare l'attenzione. Ma bisogna educarli a non esagerare.

* Non dategli importanza

Cercate di non ridere. Un bambino ancora piccolo che storpia le parole può essere divertente. Ma se vede che lo trovate buffo ripeterà il suo exploit pensando di farvi piacere. Ugualmente non mostratevi scandalizzati, né chiedetegli: Chi te l'ha insegnata? In sostanza, il bambino dice le parolacce quando capisce che così attira l'attenzione.

* Spiegate il significato

E suggerite dei sinonimi. La parola forte perde così parte del suo mistero e della sua carica trasgressiva. Insegnate a vostro figlio che alcune parole sono offensive e possono ferire i sentimenti degli altri. Questo vale ancora di più per gli insulti razziali.

* Stabilite regole ferme

Per esempio che in casa non si dicono parolacce. Se il bambino impara a controllarsi in vostra presenza gli sarà più facile farlo anche in altri ambienti.

* Date il buon esempio

E occhio alla tv. Secondo una ricerca dell'Osservatorio sui diritti dei minori, il 37% dei bambini impara parolacce in famiglia: dai fratelli e dai genitori. E dalla tv!. Un'indagine (Eta meta), condotta da 130 psicologi e linguisti, ha dimostrato che ogni 20 minuti circa va in onda una parolaccia. E circa il 19% dei bambini le impara proprio dal piccolo schermo. Non lasciateli soli davanti alla tv!



Fonte www.nostrofiglio.it
 
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